PREGHIAMO
Dio, Padre onnipotente, noi siamo la tua Chiesa pellegrina in cammino verso il Regno dei Cieli.
Abitiamo ognuno nella sua patria,
ma come fossimo stranieri.
Ogni regione straniera è la nostra patria, eppure ogni patria per noi è terra straniera.
Viviamo sulla terra, ma abbiamo la nostra cittadinanza in cielo.
Non permettere che diventiamo padroni di quella porzione del mondo che ci hai donato come dimora temporanea.
Aiutaci a non smettere mai di camminare, assieme ai nostri fratelli e sorelle migranti, verso la dimora eterna che tu ci hai preparato.
Apri i nostri occhi e il nostro cuore affinché ogni incontro con chi è nel bisogno, diventi un incontro con Gesù, tuo Figlio e nostro Signore.
(Dal messaggio di Papa Francesco per la giornata del migrante)
Non era dei nostri Gesù, e dunque non abbiamo prestato ascolto a quello che diceva, alle sue proposte, ai suoi progetti per un quartiere e una città a misura d’uomo.
Non era dei nostri, Gesù, e dunque abbiamo dubitato subito delle sue intenzioni, e abbiamo sospettato del suo zelo, abbiamo accolto gelidamente il suo entusiasmo.
Non era dei nostri, Gesù, e dunque anche se abbiamo ammesso i frutti positivi della sua azione, non gli abbiamo dato credito.
Non era dei nostri, Gesù, e non ci ha neppure sfiorato il dubbio che forse ce lo avevi mandato per darci uno scossone salutare, per non chiuderci nel nostro ghetto! Non era dei nostri… ma era dei tuoi.
(Roberto Laurita.)
PREGHIERA
Non ti capiscono proprio, Signore, eppure è tanto tempo che sono con te. Dovrebbero conoscerti, dovrebbero sapere che il tuo regno non è di questo mondo, che tu non sei venuto per essere servito, ma per servire e dare la tua vita.
Tu annunci la tua passione, tu evochi la tua morte e loro discutono di poltrone, sognano grandezza e potere, costruiscono tabelle di precedenza, accampano diritti e privilegi.
E l’eterna corsa al potere, la sete di onori, il desiderio di carriera, che afferra fuori e dentro la Chiesa.
E’ la voglia di raggiungere i primi posti, di assicurarsi un ruolo d’importanza, a costo di sgomitare e di farsi lo sgambetto.
E in mezzo a questo darsi da fare, a questa discussione sui posti, tu proponì a chi vuole successo l’ultimo posto, quello di chi serve tutti, quello di chi accetta anche i compiti meno appariscenti e meno gradevoli, quello di chi accoglie i piccoli e i poveri, con semplicità e gioia nel tuo nome.
(Roberto Laurita)
PREGHIERA
«Apriti!». Così, Gesù, tu dici al sordomuto che ti hanno condotto subito gli si aprono gli orecchi la lingua gli si scioglie.
Dillo anche a me questo «Apriti!», Signore, perché è da tempo che vivo chiuso in me stesso, ripiegato sulle mie sensazioni e sui miei interessi, tagliato fuori dalla comunicazione con quelli che mi stanno attorno, incapace di intendere le loro richieste di aiuto, incapace di offrire una parola di consolazione, una parola di amicizia, una parola di pace.
Dillo anche a me questo «Apriti!», Signore, perché è da tempo che non ascolto più il tuo Vangelo, che non presto attenzione ai tuoi consigli, che non attingo luce dalla tua Parola.
E’ da troppo tempo che prendo come unica bussola della mia esistenza quello che mi piace, quello che posso guadagnarci, quello che mi permette di raggiungere ì miei traguardi.
Signore, liberami dalla sordità, strappami a questo terribile mutismo.
(Roberto Laurita)
DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO
Spera e agisci con il creato
…Tutto il cosmo ed ogni creatura gemono e anelano “impazientemente”, perché possa essere superata la condizione presente e ristabilita quella originaria: infatti la liberazione dell’uomo comporta anche quella di tutte le altre creature che, solidali con la condizione umana, sono state poste sotto il giogo della schiavitù. Come l’umanità, il creato – senza sua colpa – è schiavo, e si ritrova incapace di fare ciò per cui è progettato, cioè di avere un significato e uno scopo duraturi; è soggetto alla dissoluzione e alla morte, aggravate dagli abusi umani sulla natura. Ma, in senso contrario, la salvezza dell’uomo in Cristo è sicura speranza anche per il creato: infatti «anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21). Sicché, nella redenzione di Cristo è possibile contemplare in speranza il legame di solidarietà tra gli esseri uomini e tutte le altre creature (…) Nell’attesa speranzosa e perseverante del ritorno glorioso di Gesù, lo Spirito Santo tiene vigile la comunità credente e la istruisce continuamente, la chiama a conversione negli stili di vita, per resistere al degrado umano dell’ambiente e manifestare quella critica sociale che è anzitutto testimonianza della possibilità di cambiare. Questa conversione consiste nel passare dall’arroganza di chi vuole dominare sugli altri e sulla natura – ridotta a oggetto da manipolare –, all’umiltà di chi si prende cura degli altri e del creato (. ..). Sperare e agire con il creato significa anzitutto unire le forze e, camminando insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, contribuire a «ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti (…) L’obbedienza allo Spirito d’amore cambia radicalmente l’atteggiamento dell’uomo: da “predatore” a “coltivatore” del giardino.
Testo completo – https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/cura-creato/documents/20240627-messaggio-giornata-curacreato.html