PREGHIERA – Mc 6,7-13 – Prese a mandarli
Tu lo sai bene Signore, che a queste condizioni io non sarei capace di andare! Non posso intraprendere un viaggio se prima non ho consultato le carte geografiche, se non ho riempito le mia valigie di tutto ciò che mi è necessario per qualsiasi evenienza – se non ho preso con me soldi, medicine, calzature di ogni tipo per affrontare le incertezze del tempo.
Quante volte, poi, mi è accaduto di pentirmi di tutto questo materiale ingombrante, così inutile, così pesante che mi sono trascinato dietro! Ma io sono fatto così: penso di dover contare solo su me stesso, ritengo di dover far fronte con le mie sole forze ad ogni situazione difficile, ho vergogna di chiedere aiuto, ho timore nel rivelarmi fragile e indifeso ho paura che riconoscano la mia debolezza le mie incrinature.
Alle mie condizioni, Signore Gesù, non è possibile predicare il tuo vangelo. E allora tu mi obblighi a viaggiare come i dodici: mi liberi dalle valigie troppo piene della mia presunzione, e mi affidi alla tua Parola, mi togli dalle mani soldi e calzature, tripli cambi di vestiti e mi fai conoscere dei fratelli, mi strappi le cartine geografiche con i miei itinerari e mi metti nelle mani dello Spirito.
PREGHIERA – Mc 6,1-6 – Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
Sono i tuoi compaesani! Dovrebbero farti festa Gesù. Ti conoscono fin da piccolo, ti hanno visto crescere, imparare un mestiere. Hanno pregato tante volte insieme a te, in quella sinagoga, nel giorno di sabato.
Eppure proprio loro diventano sospettosi, increduli. Non possono accettare che proprio ad uno di loro sia stata data una sapienza sorprendente.
Ma posso veramente meravigliarmi degli abitanti di Nazaret? Non capita anche a me Gesù, di disprezzare quel vangelo che mi giunge attraverso un vicino di casa, un collega, un coetaneo?
E di far fatica ad ammettere che lo Spirito compia ancora prodigi servendosi di uomini e donne che mi vivono accanto.
DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA DEI NONNI E DEGLI ANZIANI
Cari fratelli e sorelle!
Dio non abbandona i suoi figli, mai. Nemmeno quando l’età avanza e le forze declinano, quando i capelli imbiancano e il ruolo sociale viene meno, quando la vita diventa meno produttiva e rischia di sembrare inutile. Egli non guarda le apparenze e non disdegna di scegliere coloro che a molti appaiono irrilevanti. Non scarta alcuna pietra, anzi, le più vecchie” sono la base sicura sulla quale le pietre “nuove” possono appoggiarsi per costruire tutte insieme l’edificio spirituale.
La Sacra Scrittura, tutta intera, è una narrazione dell’amore fedele del Signore, dalla quale emerge una consolante certezza: Dio continua a mostrarci la sua misericordia, sempre, in ogni fase della vita, e in qualsiasi condizione ci troviamo, anche nei nostri tradimenti.
I salmi sono colmi della meraviglia del cuore umano di fronte a Dio che si prende cura di noi, nonostante la nostra pochezza; ci assicurano che Dio ha tessuto ognuno di noi fin dal seno materno e che nemmeno negli inferi abbandonerà la nostra vita. Dunque, possiamo essere certi che ci starà vicino anche nella vecchiaia, tanto più perché nella Bibbia invecchiare è segno di benedizione (…).
La solitudine e lo scarto sono diventati elementi ricorrenti nel contesto in cui siamo immersi. Essi hanno radici molteplici: in alcuni casi sono il frutto di una esclusione programmata, una sorta di triste “congiura sociale”; in altri casi si tratta purtroppo di una decisione propria. Altre volte ancora si subiscono fingendo che si tratti di una scelta autonoma. Sempre di più «abbiamo perso il gusto della fraternità» e facciamo fatica anche solo a immaginare qualcosa di differente (…)
In questa IV Giornata Mondiale dedicata a loro, non facciamo mancare la nostra tenerezza ai nonni e agli anziani delle nostre famiglie, visitiamo coloro che sono sfiduciati e non sperano più che un futuro diverso sia possibile. All’atteggiamento egoistico che porta allo scarto e alla solitudine contrapponiamo il cuore aperto e il volto lieto di chi ha il coraggio di dire “non ti abbandonerò!” e di intraprendere un cammino differente. [documento completo]
PREGHIERA
A leggere il vangelo di oggi Signore Gesù, mi vien quasi da pensare che tu quel giorno volessi scandalizzare a tutti i costi coloro che ti ascoltavano. C’è nelle tue parole qualcosa che risulta immediatamente inconcepibile: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue..” Come si poteva accettare un linguaggio così crudo, parole così incomprensibili? Eppure, Signore Gesù, io so che tu hai veramente offerto te stesso, la tua carne, il tuo corpo, perché su di te si scaricassero le forze oscure del male, le conseguenze terribili del peccato. E il tuo corpo, ferito, lacerato oggetto di insulti e di sputi, indebolito e colpito, ma anche trasfigurato dalla resurrezione, è divenuto veramente il mio Pane, il Pane per tutti quelli che sono disposti a spezzare il loro corpo per te e per i fratelli. Eppure, Signore Gesù, io so che tu hai veramente offerto te stesso, versato il tuo sangue, perché il tuo dono diventasse l’inizio di una storia nuova. E questo sangue che ha bagnato la terra, questo sangue che purifica da ogni peccato, questo sangue che è diventato il segno più grande del tuo amore, è diventato veramente mia Bevanda, un Calice prezioso di vita per tutti quelli che rischiano la propria vita per un mondo più giusto e fraterno.