in PREGHIERA nel TEMPO di Pasqua

PREGHIERA

Signore risorto, sono anch’io come Tommaso e voglio vedere e toccare, vedere con i miei occhi, toccare con le mie mani, rendermi conto concretamente di ciò che è accaduto: solo allora potrò credere.

E tu offri anche a me la possibilità di vedere, ma solo dei segni, solo delle tracce della tua presenza: mi fai vedere pane e vino, mi fai vedere acqua che lava e olio che porta una forza ed un coraggio nuovi. Mi fai vedere il tuo Vangelo mettere radice e portare frutto in questa terra che sembrava solo pietre e sabbia, un deserto sterile.

Tu mi dai anche la possibilità di toccare ma non i segni dei chiodi e della lancia, tu mi fai toccare con mano tutte le piaghe dei malati, tutte le ferite degli oppressi, tutte le lacrime dei sofferenti. Mi fai toccare, ma non perché mi limiti a constatare e a verificare: tu mi chiedi di fasciare, di curare, di asciugare e consolare.

A me, Tommaso del 2015 tu dai la possibilità di vedere e di toccare, di riconoscerti e di credere in te: “Mio Signore e mio Dio.”

 

PREGHIERA per le vocazioni

Signore Gesù Cristo, Figlio del Padre, che sempre vieni a dimorare in mezzo a noi, facci vivere secondo i tuoi sentimenti affinché le nostre comunità e le nostre case siano capaci di un’accoglienza autentica e cordiale. I giovani che ci incontrano sentano di essere amati e si liberi in loro quel desiderio di cercare il senso della propria vita che si rivela nella loro vocazione. Infondi nel cuore di tutti i battezzati la volontà di spendere la propria vita nel ministero ordinato. nella vita consacrata, nel matrimonio e nel laicato vissuto nel mondo, perché la Chiesa, che è la tua e la nostra casa, risplenda della bellezza di tutte le vocazioni. Amen

PREGHIERA

Ognuno di noi Gesù, desidera che la sua vita sia feconda e porti un frutto buono e abbondante.
Ognuno di noi vorrebbe sfuggire ad una sterilità che mortifica e rende inutile la sua esistenza.
Ognuno di noi si attende di poter esprimere il meglio di se stesso, quanto di più prezioso e nobile si porta dentro.
Eppure tutto questo non è possibile se non rimaniamo uniti a te, se ci lasciamo afferrare dall’illusione di poter fare da soli, contando unicamente sulle nostre forze.
Liberami, dunque , Signore, dall’orgoglio che non mi permette di riconoscere le mie debolezze. Liberami dalla presunzione di non aver bisogno di te e degli altri, della tua grazia e del loro aiuto.
Donami la gioia di accogliere con rinnovata riconoscenza la linfa vitale che tu immetti nel circuito della mia vita.
Donami la perseveranza che mi induce a rimanere accanto a te anche quando arriva il tempo doloroso della potatura e non solo la festa del raccolto