Carissimi parrocchiani, quest’anno la “notte santa” appare più oscura e silenziosa e il distanziamento che si prolunga ci fa soffrire.
Mi dispiace di non poter condividere con voi neppure la grande gioia di celebrare l’Eucarestia a Natale, dovendo osservare ancora per un po’ l’isolamento dopo essere risultato positivo. Ringrazio già anche a nome vostro i sacerdoti che mi sostituiranno.
E’ una notte buia, ma resta sempre notte “santa” perché Lui la fa risplendere.
E come allora Gesù non ha chiesto condizioni privilegiate, né ha preteso una situazione particolarmente favorevole per nascere a Betlemme, così oggi fa risplendere la sua presenza in noi e in mezzo a noi nella condizione precaria di questa pandemia che ci rende più poveri, più soli e più tristi.
Ma il lieto annuncio del Natale è la grande speranza che non siamo abbandonati nelle nostre oscurità!
Come scrivevo ai nostri cari anziani ed ammalati, forse quest’anno è proprio l’occasione per scoprire il silenzio come spazio privilegiato dell’incontro con Dio.
Mi è tornata alla mente una bellissima riflessione del teologo Karl Rahner sul Natale:
“E’ una notte silenziosa, santa. Ma per noi lo è solo se lasciamo penetrare il silenzio di questa notte nel nostro intimo, se anche il nostro cuore veglia solitario. Bisogna rimanere calmi, in silenzio, senza aver paura della notte. Altrimenti non si sente nulla. Perché da quando la Parola di Dio è venuta nella notte della nostra vita e il Natale è divenuto la Notte Santa, l’ultima parola viene sempre pronunciata nel silenzio della notte. E chi rientra in se stesso, anche se è notte, percepisce in questo silenzio notturno la sommessa parola d’amore pronunciata nelle profondità del cuore di Dio”.
Carissimi, che la Parola d’amore che si è fatta carne in mezzo a noi, risuoni con forza nei nostri cuori, illumini l’oscurità di questa notte, ci faccia percepire la sua carezza e ci renda certi che non siamo mai irrimediabilmente soli.
Buon Natale
d.Andrea