Carissimi,
“noi speravamo….”: così reagiscono i due discepoli di Emmaus alla domanda del forestiero che si accosta lungo la via (Lc.24,21). Anche noi, come loro, sentiamo emergere quest’anno un senso di scoraggiamento per il contropiede di un’altra Pasqua blindata.
Non avremmo mai voluto dover ancora una volta assistere al crollo del sogno di tornare a celebrare con libertà e serenità la festa più importante della nostra fede.
E neppure avremmo voluto dovere continuare a mantenere quel distanziamento con le persone che ora ci fa davvero soffrire. Penso soprattutto a chi vive da un anno nella solitudine; a chi sopporta il proprio dolore senza il conforto di un abbraccio e di una costante presenza amica che dia sollievo.
Lungo il nostro faticoso e scoraggiato cammino però, si accosta anche a noi un viandante: è il Risorto che si avvicina nel segno anonimo di un forestiero e spiega anche a noi che Egli è colmo di vita perché ha attraversato la sofferenza e la morte continuando ad amare e a fidarsi del Padre.
Se abbiamo la determinazione di fare ancora un pezzo di strada con Lui, di ascoltare la sua Parola che ci spiega le Scritture, di lasciare che arda il nostro cuore nel sentirlo interpretare la nostra vita; se sappiamo invitarlo a fermarsi con noi ed attendere insieme che passi la notte, allora potremo anche noi fare l’esperienza della sua presenza luminosa.
Gesù è risorto e ci accompagna nascosto nei panni di un viandante. Ci pare di non riconoscerlo perché non si presenta nel modo in cui ci siamo abituati ad incontrarlo, ma sentire che Lui viene a cercarci nella nostra solitudine, che ci incontra anche nella semplicità dei nostri gesti quotidiani, che ci offre il suo amore in forme inedite, ci riapre il cuore alla speranza.
Anche il dolore di non poter partecipare ai sacramenti e la sensazione di perdere delle buone abitudini religiose, può trasformarsi in una rinnovata relazione con Lui: in una volontà più profonda di cercarlo anche quando sembra nascondersi; in una fede purificata e centrata sull’essenziale; in una più coerente pratica dell’amore che compie la legge.
Affidarsi a Lui, credere che la vita nuova sta per sbocciare perché Lui l’ha inaugurata e continuare a sperare che il meglio è sempre avanti a noi perché il Risorto ci viene incontro: ecco la sfida di questa Pasqua.
Coraggio, sorelle e fratelli, lasciamoci guarire dallo scoraggiamento e dalla tristezza e lasciamo che l’annuncio della Pasqua faccia ardere i nostri cuori perché imparino a riconoscere il Risorto che cammina accanto a noi per riaprirci orizzonti di speranza.
Buona Pasqua
Don Andrea