22 agosto – Giornata di digiuno e di preghiera per la Pace

Giornata di digiuno e di preghiera per la Pace

Accogliendo l’invito di Papa Leone XIV «Preghiamo la Vergine perché il Signore asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti armati in corso»

STARE NELLA REALTA’

La profezia inascoltata della “terza guerra mondiale a pezzi” di Papa Francesco – Pierpaolo D’Urso

“Siamo nella terza guerra mondiale, ma a pezzi”: con questa espressione intensa e profetica pronunciata nel 2014 durante il viaggio di ritorno dalla Corea, Papa Francesco ha descritto negli ultimi anni il nostro tempo, segnato da una moltitudine di conflitti locali, regionali e silenziosi che, pur non essendo formalmente dichiarati come una guerra globale, producono gli stessi effetti devastanti. La “guerra a pezzi” non è solo una metafora, ma una diagnosi cruda della realtà geopolitica contemporanea: dall’Ucraina alla Palestina, dal Sudan al Myanmar, le tensioni si moltiplicano, i conflitti si incancreniscono e la sicurezza collettiva è messa in discussione. Si giocano partite strategiche sulle spalle dei popoli. Papa Francesco richiamava così la necessità urgente di un risveglio delle coscienze e di una risposta coordinata della comunità globale, capace di superare l’indifferenza e di affrontare con coraggio le cause profonde di queste guerre frammentate: disuguaglianze, avidità economica, crisi ambientali, lotte per il potere e collasso della diplomazia multilaterale.

Nel 2024 i conflitti armati restano 52, ma cresce l’intensità: quattro guerre oltre i 10.000 morti. Le vittime dirette delle guerre sono state 170.700, il dato più alto dal 2019. Le missioni di pace calano, mentre la spesa militare globale tocca il record di 2.443 miliardi di dollari. Per la prima volta dal 2009, cresce in tutti i continenti. L’indice di Democraticità 2024 evidenzia con chiarezza la stretta relazione tra conflitti armati e degrado democratico. I sei Paesi protagonisti dei conflitti più cruenti – Myanmar, Sudan, Israele, Palestina, Russia e Ucraina – mostrano un livello estremamente basso o compromesso di democrazia. Questi dati non sono solo una fotografia del presente, ma un allarme strutturale: là dove la guerra si radica, la democrazia si spegne. I conflitti armati si sviluppano spesso in assenza di istituzioni legittime e trasparenti; al contempo, una democrazia debole è più esposta al rischio di conflitto.

Il rapporto Onu 2024 sui minori nei conflitti armati registra un altro primato tragico: 32.990 gravi violazioni contro i bambini in 25 contesti di guerra. Solo nel 2023, 11.649 bambini sono stati uccisi o mutilati, con un incremento del 35% rispetto al 2022. In Ucraina, oltre 3.000 scuole colpite, 5,3 milioni di bambini privati dell’istruzione. Un altro volto del conflitto è l’emergenza alimentare. Secondo Unocha, quasi 300 milioni di persone nel mondo dipendono oggi dagli aiuti umanitari. Il Sudan è il caso più drammatico: nel 2024 si stimano 30 milioni di persone in crisi umanitaria, tra cui 3,5 milioni di bambini. Il Rapporto 2024 lancia un messaggio chiaro e allarmante: la guerra è tornata come strumento ordinario di gestione dei conflitti. Ma ciò che inquieta di più non è solo la sua diffusione, bensì la sua normalizzazione.

Il prezzo più alto lo pagano i più deboli: i bambini, le donne, i poveri, i civili. A fronte di spese militari da record, gli investimenti nella diplomazia, nella prevenzione e nella cooperazione restano marginali. Eppure, un’altra strada è possibile: quella della solidarietà, del dialogo, della pace costruita dal basso.

 

Salmo 22

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Perché te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito? Dio mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi; di notte ancora, senza alcuna posa.

Eppure tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi d’Israele.
I nostri padri confidarono in te; 
confidarono e tu li liberasti.
Gridarono a te, e furono salvati; 
confidarono in te, e non furono delusi.

Ma io sono un verme e non un uomo; l’infamia degli uomini e il disprezzato dal popolo.
Chiunque mi vede si fa beffe di me; allunga il labbro, scuote il capo, dicendo:
“Egli si affida all’Eterno; lo liberi dunque; lo salvi, poiché lo gradisce!”.

Sì, tu mi hai tratto dal grembo materno; mi hai fatto riposare fiducioso sul seno di mia madre.
A te fui affidato fin dalla mia nascita, 
tu sei il mio Dio fin dal seno di mia madre.

Non t’allontanare da me, perché l’angoscia è vicina, e non c’è nessuno che m’aiuti. […]
Posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano e mi osservano; spartiscono fra loro le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica.

Tu dunque, o Eterno, non allontanarti, tu che sei la mia forza, affrettati a soccorrermi.  […]
Io annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, 
ti loderò in mezzo all’assemblea.

O voi che temete l’Eterno, lodatelo! Glorificatelo voi tutti, discendenti di Giacobbe,
e voi tutti, stirpe d’Israele, abbiate timore di lui!

Poiché non ha disprezzato né sdegnato l’afflizione del sofferente,
non gli ha nascosto il suo volto; 
ma quando ha gridato a lui, egli l’ha esaudito.  […]

Gli umili mangeranno e saranno saziati; quelli che cercano l’Eterno lo loderanno;
il loro cuore vivrà in eterno.  […]

silenzio e risonanza

RICONOSCERCI FIGLI AMATI

Dal Vangelo di Giovanni   (Gv 19,26-27)

Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua”

Sul Calvario il grande amore che ha condotto Gesù ad offrire la vita per tutti gli uomini si manifesta nel donare sua madre che diventa così anche nostra madre. Non basta, però, che Maria assuma la sua nuova missione.

La compassione è la qualità più alta di Dio, perché è un sentire l’altro come parte di te. Dio ha compassione dell’umanità, è arrivato sul trono della croce, mosso da questa sua compassione viscerale. Ma lì, ai piedi della croce, c’è anche un’umanità della madre e del discepolo amato che è capace di avere compassione del figlio di Dio. E Gesù dice: “Vista la madre e il discepolo che era appresso.” Interessante che perciò “vista la madre” è Gesù che sta vedendoli, non loro che lo guardano. E Gesù vede, Gesù è ancora sovranamente attivo in questo momento finale della vita perché esercita la compassione estrema, l’immedesimazione più forte. Di solito quando uno sta morendo pensa a sé, Gesù no, si occupa degli altri. Vedendo lì la madre e appresso a lei il discepolo. In questa ora che potrebbe segnare appunto la fine dei rapporti dove ognuno rimane solo, ecco che Gesù li affida l’uno all’altro. In questo affidamento reciproco siamo coinvolti anche noi. E’ necessario che anche il discepolo (ogni discepolo) prenda coscienza della maternità di Maria riconoscendosi figlio amato e in forza di questo amore, come Maria imparare a farsi casa, ad accogliere nel proprio cuore la vita dei figli di Dio con la stessa compassione che Gesù ha riversato nei nostri cuori.

Ascolto e meditazione silenziosa della Parola

Fatti voce di tuti i fratelli e le sorelle che invocano la Pace ci affidiamo all’intercessione di Maria

Madre del Crocifisso, prega per noi.

Madre del Redentore,

Madre dei redenti,

Madre dei viventi,

Vergine obbediente,

Vergine offerente,

Vergine fedele,

Vergine del silenzio,

Vergine del perdono,

Vergine dell’attesa,

Donna esule,

Donna intrepida,

Donna del dolore,

Donna della speranza,

Serva della riconciliazione,

Difesa degli innocenti,

Coraggio dei perseguitati,

Fortezza degli oppressi,

Speranza dei peccatori,

Consolazione degli afflitti,

Rifugio dei miseri,

Conforto degli esuli,

Sostegno dei deboli,

Sollievo degli infermi,

Regina dei martiri,

Vergine della Pasqua.

 

VIVERE DA FIGLI AMATI

Il Signore ci invia al mondo a portare il suo stesso dono: “La pace sia con voi!”, e a diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana. Penso alle parrocchie, ai quartieri, alle aree interne del Paese, alle periferie urbane ed esistenziali. Lì dove le relazioni umane e sociali si fanno difficili e il conflitto prende forma, magari in modo sottile, deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione. L’apostolo Paolo ci esorta così: «Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti» (Rm 12,18); è un invito che affida a ciascuno una porzione concreta di responsabilità. […] Ogni comunità diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa. (Leone XIV ai Vescovi della Conferenza episcopale italiana – 17 giugno 2025)

 

silenzio e preghiera di intercessione intercalata dal canone

Dona la pace Signore a chi confida in Te

Dona, dona la pace Signore, dona la pace.

 Dio, ti preghiamo per la pace nel mondo. In un mondo pieno di conflitti e divisioni, concedi a tutti gli esseri umani la saggezza e la comprensione necessarie per vivere in armonia.

  • Aiutaci a superare le barriere che ci separano e a costruire ponti di amore e solidarietà. Fa’ sì che il nostro desiderio di pace si trasformi in azioni concrete per promuovere la giustizia e la riconciliazione.
  • Padre celeste, ti preghiamo di guidare i leader delle nazioni verso la pace. Illumina le loro menti affinché possano prendere decisioni giuste e coraggiose per il bene comune. Aiutali a superare l’egoismo e l’ambizione personale, e a mettere gli interessi della pace al di sopra di tutto.
  • Infondi nei cuori di tutti i popoli la speranza di un futuro in cui la pace regni sovrana e la giustizia sia la norma.
  • Signore, ti preghiamo per coloro che soffrono a causa della violenza e dell’oppressione. Sii vicino a coloro che vivono in zone di guerra e di conflitto, consolali e proteggili. Dona loro la forza di perdonare e di lavorare per la pace.
  • Infondi nei cuori di tutti gli uomini e le donne il coraggio di lottare per un mondo migliore, in cui ogni persona possa vivere in sicurezza e dignità.
  • Padre celeste, ti preghiamo di guidare i responsabili delle nazioni verso la pace. Illumina le loro menti affinché possano prendere decisioni giuste e coraggiose per il bene comune. Aiutali a superare l’egoismo e l’ambizione personale, e a mettere gli interessi della pace al di sopra di tutto.
  • Infondi nei cuori di tutti i popoli la speranza di un futuro in cui la pace regni sovrana e la giustizia sia la norma.

  

Preghiera conclusiva

 Padre di ogni vita, che con noi cammini, abiti e speri,

ricordaci che oggi è ii giorno in cui avere fiducia,

ii giorno in cui aprirci a ciò che ancora non conosciamo, l’istante in cui prenderci cura delle parti di noi

che vorrebbero prevalere, emergere a scapito degli altri, isolarsi per paura di cambiare.

Ricordaci che non è troppo tardi

per fare spazio alle esigenze di felicità e giustizia

che risiedono in ogni donna e in ogni uomo.

II tuo Spirito ci racconti il mondo desiderato,

dalla tua sete di fraternità e riconciliazione,

ci affezioni al nostro compito quotidiano

e ci aiuti a camminare con l’urgenza dei viaggiatori e la letizia dei pellegrini.

A te doniamo ciò che sappiamo fare,

a te affidiamo ciò che non riusciamo ancora a fare.

lnsegnaci le parole e i gesti della riconciliazione, la potenza umile della mediazione.

Gli arsenali che si nascondono nelle nostre case, nelle nostre relazioni e tra le nazioni,

si aprano alla guarigione della vita

che il tuo Vangelo di pace vuole donare.

Questo preghiamo per Cristo con Cristo in Cristo.

Amen.                                                    (Monache agostiniane – Pennabilli)