Le letture della Domenica

Parrocchia Duomo – Santa Maria Maggiore

letture della Domenica – versione stampabile

30 marzo 2025

IV Domenica di Quaresima

Laetare

L’amore misericordioso di Dio riempie la storia di ogni uomo e di tutta l’umanità. Da una parte vi è la creatura che si allontana dal suo Creatore e dall’altra vi è Dio, che rimane fedele al suo amore nonostante tutto. O meglio, al di là di tutto. È la tenerezza del Padre che ci attende, la nostalgia che la certezza di questa attesa produce nel cuore del figlio che rende possibile il ritorno a lui. Desideriamo pregare così in questa liturgia: «Fa’ che ritorniamo a te, Signore e ritorneremo…!».

PERDONARE

Guardiamo al nostro cuore e chiediamo perdono per tutto ciò che ci impedisce di volgere pienamente il nostro sguardo a Dio e lasciarci abbracciare dalla sua misericordia.

Signore, che attendi con ansia ogni uomo perché torni a te, abbi pietà di noi. Signore pietà

Cristo, che sulla croce hai invocato il perdono per i peccatori, abbi pietà di noi. Cristo pietà

Signore, che affidi alla tua Chiesa il ministero della riconciliazione, abbi pietà di noi. Signore pietà

COLLETTA

O Padre, che in Cristo crocifisso e risorto offri a tutti i tuoi figli l’abbraccio della riconciliazione, donaci la grazia di una vera conversione, per celebrare con gioia la Pasqua dell’Agnello. Egli e` Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

ASCOLTARE

1ª lettura – Gs 5,9a.10-12

Il popolo di Dio, entrato nella terra promessa, celebra la Pasqua.

La prima Pasqua celebrata nella terra promessa è segno della fedeltà di Dio, la conclusione della storia d’amore che ha iniziato con la chiamata di Abramo e che è seguita nella chiamata di Mosè per liberare il popolo dalla schiavitù d’Egitto.

Dal libro di Giosuè

In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto». Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico. Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno. E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan. Parola di Dio

Dal Salmo 33 (34)

Il Salmo ci invita alla lode ed al ringraziamento. Un cuore riconoscente è ciò che deve caratterizzare la nostra preghiera.

Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,

esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto

e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,

i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce.

2ª lettura – 2 Cor 5,17-21

Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo.

La novità cristiana non è una vana parola o un’illusione, ma un evento reale che ci ha ricreati dal di dentro, nelle radici dell’essere. Il battezzato è un rinato in Cristo, e possiede la vita stessa di Cristo. Dal cuore di Paolo nasce una preghiera: lasciatevi riconciliare con Dio!

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

Parola di Dio

Vangelo – Lc 15,1-3.11-32

Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

La parabola del «Padre misericordioso» è una delle più significative ed illuminanti. Non solo ci rivela chi è Dio, ma ci rivela chi è l’uomo: la sua verità, il dramma della sua libertà e della sua risposta all’amore del Padre.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».

Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore

PREGHIERA DEI FEDELI

Carissimi, certi di essere attesi con pazienza e accolti con misericordia dal Padre, rivolgiamoci a lui con fede, dicendo: Signore, nostra gioia, ascoltaci.

Per noi qui riuniti: perché non cedianmo alla tristezza e all’indifferenza, ma viviamo la nostra vocazione nella speranza operosa, nell’attesa di quel banchetto preparato per quanti hanno ascoltato la Parola e l’hanno messa in pratica. Preghiamo.

Per il papa, i vescovi e i presbiteri, ai quali è stato affidato il ministero della riconciliazione: sappiano essere ambasciatori della novità del Vangelo e annunciatori dell’amore di Dio, che vuole fare nuove tutte le cose. Preghiamo.

Per quanti hanno nelle loro mani il destino delle nazioni: sappiano rinunciare all’invidia e all’orgoglio, vivano il proprio ruolo con responsabilità e ricordino che il potere che hanno ricevuto dev’essere usato per il bene di tutti e la pace nel mondo. Preghiamo.

Per quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e quanti sono sfiduciati e delusi dalla vita: il loro grido non rimanga inascoltato, ricevano la consolazione che viene dall’alto e il sostegno delle sorelle e dei fratelli. Preghiamo.

Per quanti hanno dimenticato l’amore di Dio o l’hanno rifiutato: sappiano tornare in sé stessi e possano incontrare lo sguardo amorevole e sperimentare il grande abbraccio del Padre, che corre incontro a chiunque si è perduto perché possa essere ritrovato. Preghiamo.

O Signore, noi veniamo a te poveri e peccatori, ma fiduciosi della tua misericordia. Guarda con bontà alla nostra fragilità e donaci la gioia di imparare a vivere nel tuo amore. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

DOPO LA COMUNIONE

O Dio, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo, fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto, perché i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza e possiamo amarti con cuore sincero.
Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA.

Signore Gesù, come il figlio prodigo anche noi fuggiamo via da te scappiamo lontani da te, verso altre cose, pieni di noi stessi e del nostro egoismo.

Andiamo via da te, perché pensiamo di farne a meno e di essere più liberi.

Andiamo lontano, chissà dove, purché sia lontano, dove non arriva il tuo nome e la tua parola è travolta da oceani di voci e di suoni senza senso.

Signore, fino a quando vagheremo, fino a quando ci sazieremo di noi stessi, fino a quando, Signore?

Signore Gesù, donaci di capire che siamo tutti fuggiaschi, tutti quanti.