via crucis – 7 aprile 2023 – il viaggio della croce. Dalla vita alla morte, andata e ritorno

 

Canto

Non mi abbandonare, mio Signor, non mi lasciare:

io confido in te.

  1. Tu sei un Dio fedele, Dio d’amore. Tu mi puoi salvare: io confido in te.
  1. Tu conosci il cuore di chi ti chiama. Tu lo puoi salvare: se confida in te.

 

  1. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
  2. Amen

Nei vangeli che parlano di Gesù, possiamo individuare diversi viaggi e luoghi da lui visitati: nasce a Betlemme, fugge in Egitto, ritorna a Nazareth. E poi leggiamo dei suoi spostamenti nella zona del lago di Genezaret, in Galilea, a Gerusalemme, nella Giudea ma anche nelle zone della Samaria e a nord della Palestina a Tiro, Sidone, in Fenicia e nei territori della Decapoli a oriente della Palestina. Tutta la sua vita è segnata dal viaggiare. Ma il suo non era un vagare alla ricerca di luoghi nuovi perché era lui la novità, era lui che ovunque andava portava speranza e desiderio di incontrare quel Padre buono che annunciava. L’ultimo viaggio di Gesù sulla terra lo ha condotto alla morte in croce e oggi ripercorriamo insieme quel viaggio puntando l’attenzione su alcuni aspetti: i preparativi, la partenza, il bagaglio, gli incontri lungo la via, la meta e la fine del viaggio. Ma prima di affrontare queste sei tappe lasciamoci inquietare dalla domanda posta da papa Francesco ricordando il viaggio dei Magi alla ricerca di Gesù: “Come va il viaggio della mia fede? È parcheggiata o è in cammino? La fede, per partire e ripartire, ha bisogno di essere innescata dal desiderio, di mettersi in gioco nell’avventura di una relazione viva e vivace con Dio. Ma il mio cuore è ancora animato dal desiderio di Dio? O lascio che l’abitudine e le delusioni lo spengano?”

Ci mettiamo seduti e facciamo un momento di silenzio per prepararci a contemplare Gesù in croce per attraversare la sofferenza, nostra e di chi incontriamo, e poter ripartire con speranza.

 

Canto

Bonum est confidere in Domino

Bonum sperare in Domino

Bonum sperare in Domino

IL VIAGGIO della CROCE – I preparativi

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

 

Dal vangelo di Luca (Lc 22,39-48.54)

Uscito (Gesù)  se  ne  andò,  come  al  solito,  al  monte  degli  Ulivi;  anche  i  discepoli  lo  seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?». Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote.

 

COMMENTO

L’uomo Gesù, come tutti noi esseri umani, non è immune dal dolore fisico e neppure dalla paura e dalla tristezza. È Lui però che ci svela il segreto per affrontare anche le prove più dure: “Pregate per resistere nel momento della prova.” Gesù sa che il suo sarà un viaggio molto difficile e doloroso. Nonostante la tristezza nel vedere i suoi amici incapaci di resistere al sonno per stargli accanto e la paura per quanto   dovrà   patire, ha fiducia   in   Dio   e   accetta   la sua   volontà. Gesù si prepara per l’ultimo viaggio pregando Dio. Non si affanna a fare bagagli o a dare disposizioni sul da farsi, ma resta in silenzio e prega insieme ai suoi discepoli.

RIFLETTIAMO

E noi siamo capaci di metterci di fronte a Dio e affidargli il viaggio della nostra vita?

Chiediamo a Dio di aiutarci a superare le difficoltà o pretendiamo solo che queste svaniscano magicamente?

In silenzio chiediamo a Dio di aiutarci a pregare come Gesù ci ha insegnato: “non sia fatta la mia volontà ma la tua.”

PREGHIAMO

Ripetiamo insieme: Ascoltaci Signore

Signore, insegnaci ad adorarti, a rimanere in silenzio di fronte a Te, perché solo stando davanti a Te nasce il desiderio di seguire le tue orme. Preghiamo

Signore, fa che la nostra fede non sia “parcheggiata” ma sempre in cammino, ansiosa di incontrarti in ogni sorella e fratello. Preghiamo

Signore, aiutaci a cercare nella preghiera la forza per superare le difficoltà e a combattere la tentazione di incolparti per i mali del mondo. Preghiamo

 

Canto

Confitemini Domino, quoniam bonus

Confitemini Domino, alleluia

 

 

IL VIAGGIO della CROCE – La partenza

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

 

Dal vangelo di Matteo (Mt 27,20-24)

Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. E il governatore si rivolse di nuovo a loro, dicendo: «Quale dei due volete che vi liberi?» E quelli dissero: «Barabba». E Pilato a loro: «Che farò dunque di Gesù detto Cristo?» Tutti risposero: «Sia crocifisso». Ma egli riprese: «Che male ha fatto?» Ma quelli sempre più gridavano: «Sia crocifisso». Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dellacqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora egli liberò loro Barabba; e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

 

COMMENTO

Il viaggio di Gesù non è iniziato nel migliore dei modi. A volte succede di dover partire per un viaggio e tutto va storto: l’automobile si rompe, si perde la coincidenza, il bagaglio viene smarrito, ma la cosa peggiore è quando nessuno ti offre il suo aiuto.

Gesù poco prima era atteso e applaudito dal popolo. Ora è accusato ingiustamente dai sommi sacerdoti e viene abbandonato da tutti. Perfino Pietro lo rinnega tre volte. Nessuno lo difende, nessuno chiede la sua liberazione, nessuno ricorda tutto il bene che ha fatto.

 

RIFLETTIAMO

E noi, di fronte alle ingiustizie e alle calunnie, siamo capaci di alzare la voce per difendere gli innocenti?

Quando un amico viene preso in giro abbiamo il coraggio di intervenire?

Quando sentiamo delle ingiustizie inflitte a uomini e donne per il loro modo di vestire o perché vogliono essere persone libere ci indigniamo o ascoltiamo indifferenti perché non ci riguardano direttamente?

 

PREGHIAMO

Ripetiamo insieme: Ascoltaci Signore

Signore, rendici coraggiosi di fronte alle ingiustizie, capaci di agire per sostenere quanti subiscono la violenza e l’intolleranza di persone crudeli. Preghiamo

Signore, ti chiediamo perdono per tutte le volte che abbiamo condannato con giudizi affrettati i nostri fratelli. Preghiamo

Signore, ti affidiamo le donne emarginate e umiliate, i bambini maltrattati e abbandonati e tutti coloro che in nome della giustizia hanno perso la vita. Preghiamo

 

Canto

Questa notte non è più notte davanti a te

il buio come luce risplende

 

 

IL VIAGGIO della CROCE – Il bagaglio

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

 

Dal vangelo di Marco (Mc 15,16-20)

I soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

 

COMMENTO

Gesù non ha mai amato la sofferenza, la croce, la notte. Le ha combattute per tutta la vita, cercando di strappare dal male chiunque incontrava. Eppure, sulla terra, non c’è vita che sfugga alla fatica, al dolore, all’ingiustizia. Gesù parte per il suo ultimo viaggio terreno con un bagaglio difficile da portare: una corona di spine e una pesante croce di legno. Quella croce che si carica sulle spalle rappresenta tutte le sofferenze del mondo. Sotto quel peso Gesù cade tre volte, ma ogni volta si rialza e riprende il suo viaggio.

 

RIFLETTIAMO

Pensiamo alla nostra vita, alle nostre cadute, ai momenti difficili che abbiamo affrontato. Gesù ci ha insegnato che cadere è profondamente umano ma è importante che troviamo la forza di rialzarci ogni volta. Immaginiamo di mettere le nostre sofferenze nella valigia di Gesù che se ne fa carico.

Pensiamo adesso a quanti stanno attraversando notti buie per una malattia, un tradimento, la perdita di una persona cara, problemi economici.

Ricordiamoci anche dei fratelli e delle sorelle che in varie parti del mondo vivono in territori di guerra o in paesi poveri privi di libertà o del necessario per vivere.

Siamo disposti a rinunciare a qualcosa per aiutarli? Siamo pronti a farci carico, almeno in parte, del loro bagaglio di sofferenza?

PREGHIAMO

Ripetiamo insieme: Ascoltaci Signore

Signore, ti chiediamo perdono per tutte le volte che abbiamo addossato a te la colpa per la sofferenza nostra e dei nostri fratelli. Preghiamo

Signore, aiutaci ad avere fede nelle prove della vita e portare con coraggio e fiducia le croci che incontriamo lungo il nostro viaggio. Preghiamo

Signore, fa che sappiamo farci carico della sofferenza dei fratelli certi che tu non abbandoni nessuno a se stesso. Preghiamo

 

Canto

Dona la pace, Signore, a chi confida in te

Dona, dona la pace, Signore, dona la pace

Bonum sperare in Domino

IL VIAGGIO della CROCE – Gli incontri

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

 

Dal vangelo di Luca (Mc 23,26-28)

Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.

 

COMMENTO

Lungo il suo viaggio Gesù è circondato dalla folla ma, in particolare, alcuni incontri ci vengono riportati dalle scritture. Simone, un contadino di Cirene di ritorno dal lavoro, lo aiuta a portare la croce per un tratto di strada. Una donna, identificata con il nome di Veronica, gli asciuga il volto sudato con un fazzoletto per dargli sollievo. Alcune pie donne lo seguono e piangono per la sua sorte.

Nella sua Passione Gesù è tradito e abbandonato persino dai suoi amici, ma lungo il viaggio in- contra alcune persone che fanno un gesto concreto per risollevarlo e sostenerlo. Sono uomini e donne qualsiasi che non si tirano indietro, che non si nascondono, che non stanno solo a guarda- re. Gesù per ognuno di essi ha uno sguardo o una parola anche nel momento del dolore.

 

RIFLETTIAMO

La figura di Simone di Cirene ci fa comprendere il momento della chiamata, inteso come aiuto verso i più deboli. Anche il gesto della Veronica mette in evidenza la capacità di una persona di aiutare il prossimo soprattutto nei momenti di dolore, senza farsi spaventare dalle conseguenze.

Siamo disposti ad andare incontro ai poveri che incontriamo lungo lenostrestrade,aoffrireunsempliceaiutoounaparoladiconfortoaquantisoffrono?

Quanto tempo o quante energie dedichiamo ad aiutare il prossimo: se potessimo metterlo su una bilancia, rispetto al tempo che dedichiamo a noi stessi, il braccio della bilancia dedicato alla solidarietà resterebbe sollevato da terra?

PREGHIAMO

Ripetiamo insieme: Ascoltaci Signore

Signore, tu che sapevi sempre come aiutare chi ti passava accanto, donaci di comprendere e sostenere gli altri con affetto. Preghiamo

Signore, rendici uomini e donne capaci di gesti concreti che infondano nelle nuove generazioni uno spirito di solidarietà e carità verso tutti. Preghiamo

Signore, fa’ che ci impegniamo in rapporti di pace e di solidarietà a partire dalle nostre famiglie perché siano culle di umanità e generosità. Preghiamo

 

Canto

Il Signor è la mia forza e io spero in lui

Il Signor è il Salvator, in lui confido non ho timor, in lui confido non ho timor

 

 

IL VIAGGIO della CROCE – La meta

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

 

Dal vangelo di Luca (Lc 23,33-43)

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

 

COMMENTO

Gesù poco prima di morire svela al buon ladrone e a tutti noi, la meta del suo viaggio: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Questo viaggio, fino a questo momento, pareva privo di senso. Gesù, un uomo che ha dedicato la vita per alleviare le pene di chiunque incontrava, è costretto a subire una condanna ingiusta, una pubblica umiliazione e sofferenze indicibili. Noi, da persone concrete, ci chiediamo: «Perché? Ne valeva la pena?».

Ma Gesù ci rivela che il suo viaggio non termina con la morte, la sua meta sarà accanto al Padre e, ancora una volta, ci mostra il volto misericordioso del Padre promettendo anche a quel malfattore, il paradiso.

 

RIFLETTIAMO

Papa Francesco, in una sua omelia ha detto che “Essere cristiani significa accettare la via di Gesù fino alla croce.

Quanto questa definizione di cristiani calza anche su di noi?

Siamo pronti a portare le croci che incontreremo lungo il cammino?

Sappiamo seguire Gesù anche sulla strada dell’umiliazione consapevoli che la meta della nostra vita non sarà la morte?

 

PREGHIAMO

Ripetiamo insieme: Ascoltaci Signore

Signore, insegnaci a chiedere perdono per i nostri errori come ha fatto il buon ladrone certi che la tua misericordia ci darà la forza per ripartire ogni volta. Preghiamo

Signore, fa’ che sappiamo accettare le sconfitte e le delusioni senza rabbia ma con spirito costruttivo. Insegnaci che vincere è dare il meglio di sé in ogni occasione e non essere necessariamente i migliori. Preghiamo

Signore, donaci uno sguardo attento, capace di andare oltre quanto possiamo vedere o toccare fiduciosi che in paradiso c’è un posto anche per noi. Preghiamo

 

Canto

Nada te turbe, nada te espante, quien a Diós tiene nada le falta

Nada te turbe, nada te espante: solo Diós basta

 

 

IL VIAGGIO della CROCE – Il viaggio volge al termine

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Dal Vangelo di Luca (Lc 23, 44-46)

Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

 

PREGHIAMO

Contempliamo le tue piaghe, Signore crocifisso.

Ci fermiamo davanti al tuo martirio come davanti alla violenza che prolunga la tua passione e la tua morte

nelle terre dell’Ucraina ma anche in tante altre terre

di popoli martoriati da guerre dimenticate

ma tutt’ora in corso in Siria, in Nigeria, in Etiopia, in Sudan,

in Israele, in Palestina, in Congo, in Pakistan, in India,

in Messico, in Yemen, in Colombia, in Libano,

ad Haiti, nel Kashmir…

 

Le tue mani trapassate dai chiodi

sono le mani di chi ha lavorato e guarito,

accarezzato e benedetto.

Ora sono condannate all’impotenza e alla resa

mentre altre mani più che mai esperte

fabbricano e usano strumenti di morte.

I piedi ora confitti alla croce

percorrevano le vie della tua terra

per portare il messaggio della pace,

salire sul monte della preghiera,

ridiscendere tra gli uomini e renderli fratelli.

 

Hanno deciso che non devi più camminare per città e villaggi

ad annunciare la riconciliazione.

Il costato squarciato dalla lancia

è segno evidente che hanno vinto le armi, la violenza e l’odio.

Ma il tuo cuore resta aperto al dono d’amore definitivo,

nella volontà totale di perdono

gridata dal patibolo a chi muore accanto a te

e anche ai persecutori, ai garanti della legge,

agli esecutori di ordini,

a chi decide a accetta il trionfo della morte.

 

Signore crocifisso dai capi e dalla folla,

lasciato morire da chi si lava le mani

e abbandonato da amici senza coraggio,

concedici di fermarci in preghiera sotto la tua croce

e rientrare in noi stessi,

fare silenzio davanti alla tua morte,

capire il senso di questo sacrificio tuo

e di tutte le vittime dell’odio.

Quando la morte ha vinto e la speranza appare sconfitta

c’è ancora spazio per la preghiera,

per il grido, per il pianto,

per il pentimento e per l’attesa della risurrezione.

 

Per i popoli dilaniati dalla guerra

ti chiediamo di apparire ancora risorto ed annunciare: Pace a voi!

E saranno le tue mani e le loro mani

a ricostruire le case e gli affetti;

saranno i tuoi e i loro piedi

a percorrere la strada della riconciliazione;

saranno il tuo e i loro cuori

a creare dialogo, comprensione e solidarietà.

Amen

 

Canto

Adoramus te Christe, benedicimus tibi

Quia per crucem tuam redemisti mundum

[adorazione della croce]

 

 

 

Canto

Ubi caritas et amor

Ubi caritas Deus ibi est

 

IL VIAGGIO della CROCE – Dalla vita alla morte andata e ritorno

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
  2. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Dal Vangelo di Luca (Lc 23, 50-53)

Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto.

 

COMMENTO

Gesù è morto. Il viaggio della sua vita terrena finisce, come ogni altra vita sulla Terra. Gesù ha smesso di respirare, il suo cuore ha smesso di battere, il suo corpo è privo di vita. Di fronte alla morte non ci sono parole, solo silenzio. Ma se la crocifissione ci dice, da un lato, tutta la miseria umana, l’ingiustizia, la prepotenza e la violenza di cui l’uomo è capace, dall’altro ci ricorda l’amore sconfinato di Dio per ogni uomo. Gesù, a braccia spalancate, si consegna al Padre, si fa dono totale per la nostra salvezza. Di fronte alla morte l’uomo è impotente ma Giuseppe di Arimatea non resta a guardare, depone il corpo di Gesù, avvolto in un lenzuolo, in un sepolcro come segno di affetto e rispetto.

 

RIFLETTIAMO

La morte è parte della vita. Quando perdiamo una persona cara il dolore per il distacco è inevitabile ma se ci professiamo cristiani sappiamo che non sarà per sempre. Gesù, terminato il suo viaggio di dolore, è tornato indietro, è risorto.

Chiediamo a Dio la fede per credere il mistero della Risurrezione?

Preghiamo Gesù di aiutarci a vedere la luce oltre il buio, a credere alla vita oltre la morte, a vedere in quel lenzuolo una vita che cambia, una vita nuova?

 

PREGHIAMO

Ripetiamo insieme: Ascoltaci Signore

Signore, ti preghiamo per i nostri defunti. Dona loro la consolazione di sapere le persone amate tra le braccia del Padre. Preghiamo

Signore, il tuo amarci fino alla fine ti ha portato sulla Croce. Affidiamo al Padre tuo gli innocenti della storia che hanno sofferto un’ingiusta condanna. Risuoni nei loro cuori l’eco della tua parola: «Oggi sarai con me in Paradiso». Preghiamo

Signore, fa’ che davanti alla morte non ci chiudiamo all’amore e alla speranza. Aiutaci a ricordare che ogni Venerdì Santo ha la sua Pasqua di Resurrezione. Preghiamo

 

CONCLUSIONE

Siamo giunti al termine di questo viaggio al fianco di Gesù lungo la via della Croce ma quanto abbiamo vissuto è solo il viaggio di andata. Attendiamo ora di vivere nella Pasqua il viaggio di ritorno di Gesù. Prima della Risurrezione prendiamoci un momento per riflettere sul viaggio della nostra fede e impegniamoci a rimetterci in cammino ogni volta che abbiamo la tentazione di restare fermi nel parcheggio a osservare di tanto in tanto qualche passante. Non accontentiamoci di qualche breve tratto di strada qua e là, ma prepariamoci a vivere ogni giorno come una tappa del viaggio verso il paradiso in compagnia di Gesù.

 

PREGHIAMO

come Gesù ci ha insegnato: Padre nostro…

 

Canto

Non mi abbandonare, mio Signor, non mi lasciare: io confido in te.

  1. Tu sei un Dio fedele, Dio d’amore. Tu mi puoi salvare: io confido in te.
  2. Tu conosci il cuore di chi ti chiama Tu lo puoi salvare: se confida in te.

 

Adattato da “In viaggio dalle ceneri alla vita” diocesi di Fossano